Da un’infanzia passata a soffrire la fame sulle strade dell’Africa all’attuale lavoro di cuoca in un raffinato ristorante alpino: in pagine forti e coinvolgenti, Ruun Cali racconta il suo difficile e avventuroso cammino dalla Somalia alla Svizzera. Una testimonianza importante che ci aiuta a capire meglio il significato di ospitalità e integrazione.
Da bambina, mentre vagava tra Africa e Medio Oriente soffrendo la fame, Ruun Cali non avrebbe mai potuto immaginare che, adulta, sarebbe diventata cuoca in un raffinato ristorante delle Alpi svizzere. D’altronde, la storia di questa giovane donna nata a Mogadiscio, in Somalia, è tutta un susseguirsi di situazioni imprevedibili, a partire dalla notte in cui, a 8 anni, il padre la caccia di casa senza spiegazioni, caricandola su una corriera che la conduce in Kenya. È l’inizio di un lungo peregrinare in cerca di una vita migliore, che porta la ragazza a conoscere violenze e pericoli, ma anche inaspettati gesti di solidarietà. Tra interminabili camminate nel deserto, percorsi in dromedario e traversate in barca, Ruun riesce infine a procurarsi un biglietto aereo per la Svizzera: e qui inizia un altro tipo di viaggio, quello nella grande macchina del “sistema-asilo”.
Con franchezza, coraggio e un invincibile humour, Ruun Cali racconta il lungo cammino che l’ha portata a ottenere il permesso di soggiorno, diventare cuoca e trovare una nuova casa ad Airolo, riuscendo addirittura a strappare ai compaesani la segretissima ricetta dei tradizionali biscotti «crèfli». E poi fondare, con l’aiuto della madre ritrovata dopo tanti anni, un orfanotrofio in Somalia per aiutare altri bambini «portati dal vento».